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Guarigione come condivisione nella medicina classica cinese

Guarigione come condivisione nella medicina classica cinese

Caino e Abele narrano le scritture che non parlarono mai tra di loro. La parola è verbo, la parola è vita, la parola è il Tao, la parola è condivisione o come direbbe Eraclito purificazione.

Il rapporto terapeuta, assistito non può prescindere dal dialogo e dunque dalla parola, potente mezzo dell’imperatore – cuore, che gli permette di esprimersi e di trovare la chiarezza.

È noto che nel momento in cui abbiamo modo di aprirci con qualcuno il primo interlocutore che ne beneficia siamo noi stessi.

La condivisione come guarigione è ciò che permette di attivare quello che i testi antichi indicavano con risonanza; nel capitolo 14 del Su Wen si asserisce infatti che non è importante l’agente terapeutico ma il processo di cura la cui chiave è definita dal termine Kan Ying, la risonanza tra terapeuta e paziente, la fiducia e il completo coinvolgimento di entrambi. Si arriva ad asserire che quando questa è stabilita non c’è modo alla malattia di perdurare.

Questo concetto nella medicina cinese è così radicato che in Cina la medicina è indicata con la frase: “Ren Xin Ren Zhu” che significa la compassione e l’arte del cuore.

Nel cap. 8 del Ling Shu si afferma che tutte le malattie trovano la loro origine nello shen. La malattia può, dunque, essere vista come la ricerca di libertà dello spirito, è la via stessa verso la liberazione della malattia. La malattia è al contempo problema e soluzione, ma spesso il “malato” vede solo il problema e non la soluzione.

Il terapeuta dovrebbe saper far prendere coscienza del blocco, trasmettere fiducia e stimolarne il superamento e il cambiamento. Con umiltà sostiene, ma il suo intervento non ha valenza risolutiva.

Il blocco spesso è disagio, un impedimento del sé, allora niente può sostituirsi alla volontà di guarire da parte di colui che soffre.

Per questo l’antica dottrina medica suggerisce di valutare lo stato dello yang del Rene, perché solo se questo è forte, l’individuo è in grado di affrontare il problema. Il Rene è sede dello zhi, della volontà ma se questa è persa prevarrà la paura. Guarire implica anche avere il coraggio di voler superare i propri sistemi di sicurezza. In questo il massaggio e anche i rimedi fitoterapici possono dare aiutare l’assistito a indirizzare il proprio processo di riflessione, rimuovere dei blocchi energetici e/o di circolazione del sangue, e sfruttare al meglio le proprie riserve personali.

La Medicina Classica Cinese non è solo una medicina energetica ma molto di più, è un modo di ragionare che permette di relazionare tangibile e intangibile o sintomi e segni apparentemente non correlati tra loro. Permette a terapeuta e assistito di poter creare un linguaggio che permetta a entrambi di evolvere e cambiare.

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